Vigneti del Tavoliere di Lecce

La Valle d'Itria è caratterizzata da muri a secco e trulli, costruzioni in pietra calcarea a base quadrata, tradizionalmente destinati a ospitare (per tutto, o per la maggior parte dell'anno) le famiglie contadine

L’area viticola in esame si estende per 1265 ettari sul versante centro-occidentale del Tavoliere di Lecce, nel territorio comunale di Salice Salentino, Guagnano e Veglie.

Il paesaggio dell’area è particolarmente significativo, ed è fortemente segnato dalla presenza dell’uomo, che nel corso dei secoli ha modificato un ambiente difficile, dove erano acque stagnanti e terreni incolti e pietrosi. L’elemento che più segna ancora oggi l’area è la presenza della viticoltura.

La “rivoluzione agraria” nel Salento con l’impianto del vigneto su larga scala avvenne dopo il crollo dei prezzi del grano e la “grande depressione” degli anni Settanta del XIX secolo. In breve tempo “un mare di vigne” inondò migliaia e migliaia di ettari. La varietà di vite più coltivata nella zona esaminata è il Negroamaro, che unito, durante la spremitura, alla Malvasia nera produce degli ottimi vini rossi e rosati.

L’area mantiene una buona integrità paesaggistica, conservando i caratteri originali risalenti alla grande trasformazione viticola. Non mancano elementi di vulnerabilità, che intervengono a modificare gli aspetti storico-culturali del paesaggio; questi sono principalmente il risultato della forte trasformazione del settore produttivo verso una viticoltura industriale e di alta qualità. L’impianto tradizionale ad “alberello pugliese” è spesso sostituito da una coltura a spalla o parete e da una rotazione produttiva degli impianti con ciclo ridotto.

Vigneti del Tavoliere di Lecce

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