Per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente

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Turismo rurale

Scopri il Manifesto del turismo rurale

Il ruolo del cibo nell’Agenda 2030

L’Agenda 2030 è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità.

Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere entro il 2030.

Il programma certo non risolve tutti i problemi del Pianeta, ma conferma il ruolo dell’agricoltura e del cibo come elementi fondamentali da cui partire per realizzare un futuro diverso e dare a tutti la possibilità di vivere in un mondo più equo e più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

Il piano Fit for 55 nel Green Deal europeo

Il 14 luglio 2021 la Commissione europea ha adottato il pacchetto climatico “Fit for 55”, che propone le proposte legislative per raggiungere entro il 2030 gli obbiettivi del Green Deal. In particolare, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990, con l’obiettivo di arrivare alla “carbon neutrality” per il 2050.

L’obiettivo del 55% è estremamente ambizioso. Per fare una comparazione, dal 1990 al 2020 le emissioni nell’Unione europea si sono ridotte del 20%, quindi la previsione di ridurre le emissioni dal 20 al 55% entro i prossimi dieci anni richiede un forte impegno, grande coerenza e – soprattutto – scelte coraggiose.
Per approfondire, visita la sezione dedicata.

La strategia farm 2 fork

I sistemi alimentari non possono essere resilienti a crisi come la pandemia da Covid-19 se non sono sostenibili. E’ necessario ridisegnare i sistemi alimentari che oggi rappresentano quasi un terzo delle emissioni globali di gas a effetto serra, consumano grandi quantità di risorse naturali, provocano perdita di biodiversità e impatti negativi sulla salute (sia a causa della carenza che dell’eccesso di nutrizione) e non consentono rendimenti economici e mezzi di sussistenza equi per tutti gli attori, in particolare per i produttori primari (contadini, pastori, allevatori, pescatori, vallicoltori, ecc.).

La strategia farm 2 fork, “dal produttore al consumatore“, incoraggiare i sistemi alimentari verso un percorso sostenibile porta anche nuove opportunità per gli operatori della catena del valore alimentare. Le nuove tecnologie e le scoperte scientifiche, combinate con una maggiore consapevolezza dell’opinione pubblica e ad una crescente domanda di consumo consapevole da parte dei cittadini e delle comunità locali, producono benefici per tutte le parti interessate.

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Un nuovo patto città/campagna

Non si possono affrontare i temi complessi della necessaria transizione ecologica senza immaginare una ricostruzione di relazioni di scambio dense di senso tra mondo urbano e mondo rurale, capaci generare profondi effetti di «reframing» percettivi, valoriali, di contesto e di policy).
Tali relazioni non si esauriscono in un semplice flusso di persone, prodotti e servizi tra città e campagna, ma si esplicano anche nell’intrecciarsi di interessi, nella condivisione di valori e nella ricerca di soluzioni comuni. Localmente si sperimentano soluzioni alle esigenze e alle aspirazioni di vita emergenti, rafforzando la resilienza sociale, ambientale e urbana, in uno scenario che trova l’agricoltura acquistare valenze sempre più ricche e complesse.

Alla luce delle strategie internazionali, osservate dai territori con un approccio agrobiodiverso, rurability si fonda su un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e della cultura, ripartendo dalle scuole e della forme attive di cittadinanza, con strumenti innovativi:

E inoltre rurability incoraggia nuovi modelli di governance e sostiene le buone pratiche come i biodistretti, i gruppi di acquisto solidale (GAS), l’agricoltura civica (CSA), le forme di agricivismo come gli orti sociali, residenziali, urbani e nelle aree periurbane, i farmer’s market, i nested market, i parchi agricoli, l’agricoltura sociale, le pratiche di adozione della terra, ecc.

StrategiaObiettiviProgrammiDestinatariLeve di lungo periodo
BellezzaMigliorare la qualità della vita della comunitàInvestimenti coordinati e coerenti con l’identità. Rigenerazione dei luoghi. Servizi alla persona.Cittadini. Industria culturale e creativa. Turisti.Stili di vita orientati al benessere
EconomiaGenerare filiere produttive e aumentare la redditività lungo tutta la catena del valoreAccorciare le filiere e integrare settori diversi. Investire nell’innovazione, nelle competenze e nella cultura di rete.Imprese e loro reti. Giovani. Turisti.Tradizioni, simboli e competenze specifiche diventano prodotti tangibili
SocietàValorizzare il capitale sociale per creare economia solidaleInnovazione sociale per garantire equità, accessibilità e inclusione.Gruppi di residenti, terzo settore, fasce deboli di cittadinanza. Scuole.L’identità locale come driver di dialogo intergenerazionale e di valorizzazione delle reti sociali
EcologiaFavorire lo sviluppo di cluster con competenze distintive, specializzate e competitiveTutela della biodiversità e degli ecosistemi. Investire in spazi verdi, aree protette, servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile.Cittadini. Turisti. Sistemi educativi. Reti.Sviluppare un approccio all’agrobiodiversità
RuralitàRigenerare le connessioni tra contesti urbani e ambienti ruraliValorizzare i saperi, le tradizioni, le colture e le specificità locali. Incoraggiare forme innovative di distribuzione che avvicinino i produttori ai consumatori.Cittadini. Turisti. Imprenditori agricoli. Commercianti. Ristoratori.Garantire la sicurezza alimentare. Operare nel verso di restituire dignità al ruolo dei contadini, degli allevatori, dei pastori e dei pescatori

Per approfondire i temi rappresentati in tabella – adattata ed estesa da SIMTUR sulla base degli studi di Grodach e Loukaitou-Sideris (2007) – scopri le leve del manifesto BioSlow e considera l’opportunità di aderire e partecipare attivamente.

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Filiera corta dell'accoglienza

Il modello SIMTUR di filiera corta dell’accoglienza

SIMTUR considera il turismo rurale uno straordinario volano di diversificazione del reddito agricolo e – di conseguenza – una concreta opportunità per sostenere la resilienza delle comunità locali, in particolare nelle aree interne e marginali.

Per rendere concreti i 10 punti del Manifesto del turismo rurale, ha ideato il modello di filiera corta dell’accoglienza.
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