Un set di azioni volte a ridurre l’impatto delle attività turistiche

Il modello SIMTUR per imprese etiche e destinazioni sostenibili

Agrobiodiversità

Un approccio agrobiodiverso

Trascorsi tre decenni dal primo Summit della Terra e dalla prima Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la dichiarazione di pandemia globale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riacceso le luci sui modelli di produzione, di distribuzione. di consumo e di trasporto. La mobilità di merci, persone, informazioni e dati non poteva non finire al centro delle attenzioni.

Come riporta l’Agenzia Europea per l’Ambiente: «I trasporti sono responsabili di oltre un quarto delle emissioni totali di gas a effetto serra nell’UE. E non è prevista un’inversione di tendenza. Autovetture, furgoni, camion e autobus producono oltre il 70 % delle emissioni di gas a effetto serra generate dai trasporti. La quota restante proviene principalmente dal trasporto marittimo e aereo».

Secondo il Journal Nature Climate Change, le attività turistiche sono responsabili di circa l’8% delle emissioni globali di gas serra, causati da hotel, bnb, alberghi e tutte le strutture ricettive: una sola notte di pernottamento in albergo regala all’ambiente 6,9 kg di Co2, diventando l’opzione più inquinante.
Vi è poi un tema di relazione tra le comunità dei viaggiatori – sempre più interconnesse e veloci – con le esigenze dei luoghi, dei territori, delle comunità e delle identità locali.

Non è più sufficiente, dunque, parlare di «turismo sostenibile» (ancora troppo spesso confuso con l’ecoturismo o con il segmento di domanda naturalistico/escursionistico (soprattutto in Italia), ma è necessario indagare la «sostenibilità del turismo».

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Impronta turistica glocale:
un possibile decalogo di politiche pubbliche per la sostenibilità delle destinazioni

  1. assumere l’agrobiodiversità come risorsa fondamentale anche per l’industria del turismo;
  2. operare sempre nel verso di migliorare la qualità della vita delle comunità locali;
  3. investire nell’efficienza energetica e nella riduzione delle emissioni;
  4. rigenerare gli spazi pubblici urbani garantendo adeguate connessioni con i contesti periferici, periurbani e rurali;
  5. promuovere una mobilità pulita, connessa e condivisa, nonché potenziare il trasporto pubblico;
  6. garantire un’accoglienza empatica, una fruizione accessibile e un’ospitalità inclusiva, mirate a creare valore nelle relazioni tra comunità locali e comunità dei visitatori;
  7. tutelare i beni comuni e il patrimonio attraverso specifici indicatori di qualità dei servizi;
  8. cambiare dieta alimentare, favorendo la produzione, la distribuzione e il consumo di cibo locale;
  9. assumere la consapevolezza che la competitività è il risultato di una stabilità occupazionale ed economica durevole;
  10. assicurare che le attività di marketing territoriale siano orientate all’ottimizzazione della capacità di carico dei luoghi, degli attrattori e degli stili di vita dei residenti.

Non da ultimo, integrare l’offerta territoriale in ottica di filiera corta dell’accoglienza.

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