I “distretti del cibo” rappresentano una innovativa forma di governance territoriale in cui i diversi attori che animano il territorio, ovvero i soggetti economici a partire dagli agricoltori, dagli enti istituzionali e dalle realtà sociali, stringono un patto per lo sviluppo sostenibile del proprio contesto locale.

I distretti hanno come obiettivo la sicurezza alimentare, la diminuzione dell’impatto ambientale delle produzioni, la riduzione degli sprechi e la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.

I “distretti del cibo” sono riconosciuti dalle diverse regioni e sono iscritti nello specifico registro nazionale tenuto dal Masaf. Così anche i biodistretti, previsti dalla legge 9 marzo 2022 , n. 23 contenente “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” e normati con specifico decreto ministeriale del 28 dicembre 2022 contenente “Determinazione dei requisiti e delle condizioni per la costituzione dei distretti biologici“.

CHI PUÒ ATTIVARE UNA COMUNITÀ?

Procedure di riconoscimento e Registro

Procedure di riconoscimento e Registro

I distretti del cibo, istituiti con la legge 205 del 27 dicembre 2017, costituiscono un nuovo modello di sviluppo per l’agroalimentare italiano. Nascono infatti per fornire a livello nazionale ulteriori opportunità e risorse per la crescita e il rilancio sia delle filiere che dei territori nel loro complesso.

E’ possibile ottenere il riconoscimento per i distretti rurali e agroalimentari di qualità, i distretti localizzati in aree urbane o periurbane caratterizzati da una significativa presenza di attività agricole volte alla riqualificazione ambientale e sociale delle aree, i distretti caratterizzati dall’integrazione fra attività agricole e attività di prossimità, i distretti biologici. La procedura si attiva attraverso le Regioni, che provvedono alla comunicazione al Mipaaf, che ha istituito il Registro nazionale dei Distretti del Cibo.

BioSlow (ItaliaBio e SIMTUR) hanno sviluppato un protocollo di intesa per avviare e riconoscere comunità del cibo e distretti del cibo, anche – soprattutto – nella forma di “biodistretti” e “comunità del cibo e della biodiversità“.

Aziende agricole, ristoratori, agricoltori e allevatori custodi, artigiani del cibo, gruppi di acquisto solidale, istituzioni, università, centri di ricerca, associazioni per la tutela della biodiversità, esercizi commerciali, scuole, mense scolastiche, ospedali, enti pubblici e territoriali possono richiedere informazioni e anche un modello base di intesa per avviare il percorso di partecipazione e animazione territoriale…

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