Orti periurbani della valle del fiume Entella

La piana dell'Entella è ancora caratterizzata coltivazioni orticole riconosciute come prodotti DOP, come il "basilico genovese", il "broccolo lavagnino", la "radice di Chiavari", il "pisello di Lavagna" e il "cavolo Gaggetta"

Le aree ortive descritte sono costituite da piccole porzioni presenti in maniera frammentaria nel fondo vallivo del fiume Entella, nei comuni di Chiavari, Lavagna, Cogorno, Carasco e Ne, in un’area complessivamente estesa per 313 ettari.

La significatività dell’area è dovuta alla persistenza di questi ordinamenti colturali storici in vicinanza di centri abitati, che ancora oggi conservano varietà colturali e prodotti tipici, sebbene siano ormai da considerare dei frammenti rispetto alla loro originaria estensione.

La piana dell’Entella è ancora caratterizzata da un’agricoltura promiscua in cui, accanto alla viticoltura, trovano spazio coltivazioni orticole riconosciute come prodotti DOP, come il “basilico genovese“, con varietà esclusive della zona fortemente legate al territorio, come il “broccolo lavagnino“, la “radice di Chiavari“, il “pisello di Lavagna” e il “cavolo Gaggetta“.

Sino alla metà del secolo scorso l’orticoltura si sorreggeva grazie a un complesso sistema irriguo che comprendeva i bei, cioè canalizzazioni il cui utilizzo veniva regolamentato attraverso appositi statuti, e pozzi a bilanciere chiamati cigheugne.

L’area presenta ridotti aspetti di integrità, concentrati soprattutto nella parte di Lavagna, dove gli orti sono stati preservati dall’espansione urbana. Il paesaggio legato alle colture orticole presenta un’elevata vulnerabilità, essendo sempre più schiacciato dall’espandersi delle aree urbanizzate. L’età avanzata della maggior parte degli agricoltori che continuano a praticare l’orticoltura anche al di fuori di un orizzonte economico può essere un problema per il mantenimento del paesaggio e per la preservazione delle varietà locali.

Orti periurbani della valle del fiume Entella

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