Vigneti terrazzati delle Cinque Terre

Le forti pendenze tipiche della Riviera Spezzina hanno fatto sì che le coltivazioni potessero essere svolte solo su terrazzamenti, detti piane, sorretti da muri in pietra a secco, dove si coltivano vini di alta qualità DOC

I terrazzi a vite bassa si estendono in due aree vicine tra loro, per una superficie complessiva di 989 ettari nei comuni di Vernazza, Riomaggiore, La Spezia e Portovenere.

L’area rientra integramente nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, dove la significatività del paesaggio risiede nella persistenza storica della modalità di coltivazione “a vite bassa“.

Le forti pendenze tipiche della Riviera Spezzina hanno fatto sì che le coltivazioni potessero essere svolte solo su terrazzamenti, detti piane, in genere di dimensioni ridotte, sorrette da muri in pietra a secco. Dopo lo spietramento del terreno e la movimentazione della terra con cesti, venivano costruiti sistemi di raccolta delle acque derivate dai fossi o meteoriche; venivano anche edificati dei casotti, che ospitavano la cantina e i coltivatori che vi soggiornavano in tempo di vendemmia.

La produzione è orientata verso vini di alta qualità, come i Cinque Terre DOC e lo Sciacchetrà DOC.

Nonostante l’abbandono di parte delle terre, la maggior parte dei vigneti terrazzati restano tutt’oggi integri e in funzione nelle sue componenti più tradizionali. Il modello sancito dalla consuetudine non ha perso il suo senso: piane a vite bassa, muretti ripristinati secondo i modi che li hanno creati, casotti ancora a servizio della viticoltura.
Il più antico motivo di vulnerabilità sono le frane, fenomeno accentuatosi a partire dal dopoguerra a causa dell’abbandono di alcuni terrazzamenti e del venir meno delle opere di manutenzione dei muri di sostegno, a cui fa seguito la riconquista dei suoli da parte della vegetazione spontanea.

Vigneti terrazzati delle Cinque Terre

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