Uccellande lombarde
Le uccellande, chiamate anche "roccoli", sono caratterizzate da una pianta circolare, o a ferro di cavallo, di 50-60 m di diametro, contornata da alberi impiantati e potati in modo da creare delle gallerie finestrate in cui sono nascoste le reti verticali per la cattura degli uccelli
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4 Agosto 2023
Il paesaggio individuato riguarda le uccellande, strutture vegetali realizzate per l’attività venatoria chiamate localmente “roccoli” e “bresciane“, che si estendono per 2,10 ettari nel comune di Almenno San Bartolomeo e tra il comune di Sedrina e quello di Zogno.
La significatività risiede nella persistenza storica e nell’unicità di strutture un tempo largamente diffuse nel territorio nazionale, realizzate con individui arborei modellati allo scopo di favorire la cattura di varie specie di volatili. Il roccolo è documentato almeno fin dal XV secolo soprattutto in Lombardia e in Veneto: un censimento del 1931 riporta che dei 1890 individuati in Italia, 880 sono in Lombardia e 587 in Veneto.
Il suo disegno è caratterizzato da una pianta circolare, o a ferro di cavallo, di 50-60 m di diametro, contornata da alberi impiantati e potati in modo da creare delle gallerie finestrate in cui sono nascoste le reti verticali per la cattura degli uccelli. Annesso al pergolato, costituito da una struttura lignea completamente rivestita dalla vegetazione potata, vi è un edificio a torre di tre piani in muratura (il casello) o un capanno, in cui si appostava il cacciatore.
Numerosi roccoli presentano ancora caratteristiche di integrità. Alcuni di essi sono mantenuti attivi con tecniche tradizionali, per il rifornimento di richiami di specie cacciabili in Lombardia, dove una quarantina di roccoli sono autorizzati a catturare oltre 40.000 uccelli, o per l’inanellamento a scopo scientifico.
La vulnerabilità di queste particolari strutture vegetali è dovuta alla perdita della funzione venatoria: da quando la legge 799/1967 vieta questa forma di uccellagione, la maggior parte dei roccoli è stata infatti abbandonata.
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