Pascoli dell’Alta Murgia settentrionale

Percorsa un tempo dal tratturo Melfi-Castellaneta, l'area delle Murge è tuttora costellata di masserie e jazzi (recinti per pecore in muratura a secco), in un ambiente di tipo "carsico" disseminato di ulivi secolari

L’area a pascolo selezionata è di 3146 ettari di estensione e si localizza sui gradoni più elevati del plateau murgiano, nei territori comunali di Gravina in Puglia, Spinazzola, Ruvo in Puglia e Corato.

L’area risulta essere significativa per la persistenza storica di una secolare gestione del territorio che ha creato un paesaggio particolare, risultato dell’interazione tra l’uomo e un ambiente di tipo “carsico”. È caratterizzata dalla presenza di ampi pascoli seminaturali e da piccole costruzioni rurali in pietra, con una frammentazione della loro distribuzione territoriale.

Percorsa un tempo dal tratturo Melfi-Castellaneta, l’area in esame è infatti tuttora costellata di masserie e jazzi (recinti per pecore in muratura a secco).  Il paesaggio presenta ancora forti caratteri d’integrità. Nell’area si incontrano spesso mandorleti in abbandono, testimonianze tangibili di una coltura che era diffusa e ben s’inseriva nel contesto bioclimatico in esame, ora in forte regressione in tutta la regione perché divenuta poco remunerativa.

La zona presenta un’elevata vulnerabilità per diffusi episodi di degrado, discariche abusive e dissodamenti. Allo stato attuale, tuttavia, il vero fattore di vulnerabilità dell’area è legato alla gestione dei pascoli. Infatti i pascoli pseudosteppici sono nell’area delle formazioni vegetazionali secondarie derivanti dalla continua presenza di fattori di disturbo quali fuoco e pascolamento, che hanno nel tempo bloccato il naturale dinamismo della vegetazione. La prolungata assenza di tali fattori favorirebbe il percorso evolutivo verso la vegetazione forestale climacica di riferimento, rappresentata da un querceto caducifoglio termofilo.

Pascoli dell’Alta Murgia settentrionale

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