Oasi agrumaria garganica
L'agrumeto garganico costruisce il paesaggio con lunghi frangivento costruiti con filari di leccio, alloro o lentisco, o con canneti. Tutte le arance sono riconosciute dal marchio IGP "Arancia del Gargano" e "Femminello comune IGP"
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18 Agosto 2023
Le coltivazioni di agrumi della costa settentrionale del Gargano si trovano nei comuni di Rodi Garganico, Vico del Gargano e Ischitella, in un’area di 1268 ettari.
La significatività dell’area risiede nella persistenza storica di un’agrumicoltura tradizionale dalle lontane origini. La coltivazione agrumaria nell’area è attestata sicuramente dal Basso Medioevo con il melangolo (arancio amaro), l’unica varietà di arancio conosciuto nel Mediterraneo prima dell’arrivo dell’arancio dolce nella seconda meta del Cinquecento.
Caratterizzato da alti livelli di produttività per pianta, l’agrumeto garganico costruisce il paesaggio, con i lunghi frangivento costruiti con filari di leccio, alloro o lentisco, o con canneti. Tutte le arance prodotte sono riconosciute dal marchio IGP sotto il nome di “Arancia del Gargano“. Tra i limoni è diffuso il “Femminello comune“, un’antica varietà oggi riconosciuta dal marchio IGP, ma se ne trovano anche altre molto rare, come il “limone sanguigno“.
Tutti gli agrumi del Gargano costituiscono un Presidio di Slow Food.
L’oasi agrumaria ha mantenuto fino agli anni Cinquanta-Sessanta del Novecento, la piena integrità delle sue componenti fondamentali. Gli elementi strutturali, come i frangivento, hanno perso di vivacità, sia per l’abbandono di tante parcelle colturali, sia per il lento modificarsi della tecnica colturale. Di grande valore è il fatto che gli agrumeti garganici conservano ancora oggi le antiche varietà tradizionali. La vitalità dell’oasi è minacciata, oltre che dall’espansione delle seconde case e delle strutture turistiche della vicina costa, dalle difficoltà di mercato.
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