Cascina San Michele

La possessione di San Michele è una delle tipiche cascine della pianura alessandrina, la cui esistenza è testimoniata almeno fin dal tardo Medioevo come tenuta dei monaci cistercensi, confermata da documenti del XII secolo

Il paesaggio delle cascine dell’alessandrino occupa il comprensorio pianeggiante e di origine alluvionale compreso tra i corsi del Bormida, Tanaro, Orba e Scrivia. L’area della Cascina San Michele, nel comune di Bosco Marengo e in minima parte in quello di Casal Cermelli, si estende per circa 236 ettari.

La significatività dell’area risiede nella persistenza storica di una delle tipiche cascine della pianura alessandrina, sia come ordinamenti colturali, prevalentemente volte alle colture cerealicole e di mais, sia come strutture aziendali. La sua esistenza è testimoniata almeno fin dal tardo Medioevo: la sua appartenenza ai cistercensi, più volte ribadita dalla storiografia locale, è confermata da documenti del XII secolo.

Dopo il 1580 la possessione di San Michele risulta già organizzata come una grande azienda agraria. L’ubicazione del fabbricato civile è conforme alla tradizione architettonica e agronomica tardorinascimentale che suggerisce di rivolgere l’edificio verso oriente. L’integrità della cascina è legata principalmente al fabbricato e al mantenimento della attività agricola, a fronte delle crescenti difficoltà del settore palesatesi negli ultimi decenni. La famiglia proprietaria abita e coltiva il fondo e provvede alla manutenzione sia degli edifici storici sia degli impianti più moderni quali stalle ed essiccatoi per cereali.

La vulnerabilità dell’area è soprattutto legata ai rischi di cambiamenti degli ordinamenti colturali che nel tempo hanno già compromesso la struttura originaria del paesaggio agrario.

Cascina San Michele

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