Baraggia vercellese e biellese
La Baraggia vercellese e biellese si estende per circa 3000 ettari tra le provincie di Vercelli e di Biella; non si tratta di un'area continua, ma di sei aree sparse, che corrispondono all'area della Riserva naturale orientata delle Baragge
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5 Agosto 2023
La Baraggia vercellese e biellese si estende per circa 3000 ettari tra le provincie di Vercelli e di Biella; non si tratta di un’area continua, ma di sei aree sparse, che corrispondono all’area della Riserva naturale orientata delle Baragge.
La Baraggia di Piano Rosa interessa i comuni di Fontaneto d’Agogna, Romagnano Sesia, Ghemme, Cavallirio, Cavaglio d’Agogna e Sizzano.
La Baraggia di Candelo, di 604 ettari, interessa i comuni di Candelo, Cossato, Mottalciata e Benna.
La Baraggia di Rovasenda, un’area di 1760 ettari, si trova nei terreni comunali di Masserano, Brusnengo, Gattinara, Roasio, Rovasenda, Lenta e Lozzolo.
La significatività dei terreni baraggivi è dovuta al fatto che questi costituiscono un esempio storicamente persistente della gestione del cosiddetto “incolto“. Dal pascolo allo stato semibrado di caprini, ovini, bovini e suini, alla raccolta di foglie, brugo, legna secca, castagne, noci e funghi, alla gestione dei cedui e al taglio programmato delle piante d’alto fusto, sono numerose le prassi di gestione attuate nei secoli.
Dal punto di vista della vegetazione la Baraggia si configura come una brughiera punteggiata da esemplari isolati o a gruppi di latifoglie, risultato della gestione agro-silvo-pastorale storica portata avanti attraverso la pratica del debbio (incendio), dei diboscamenti e dei dissodamenti. La componente arborea è costituita soprattutto da piccoli gruppi a farnia, rovere e betulla, cui si affiancano, in corrispondenza zone umide, ontani, salici e sambuchi, anche se in passato erano frequenti castagni e noci.
All’inizio del XX secolo la bonifica ha portato alla conversione di molti terreni baraggivi in risaie, dove oggi si coltiva il “Riso di Baraggia biellese e vercellese” DOP. L’integrità del paesaggio delle baragge è limitata ad alcune zone, in particolare a ridosso delle preesistenti installazioni militari, che ha portato, di fatto, alla conservazione di settori più o meno ampi.
La vulnerabilità dell’area è molto elevata e già molto del paesaggio storico è andato perso. La bonifica agricola e le successive opere antropiche hanno modificato notevolmente il patrimonio floristico e causato un impoverimento delle specie legate all’habitat della baraggia.
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